venerdì 28 marzo 2014

Homme libre,toujours tu chériras la mer!





Nello scorso numero di Eclettica, vi ho riportato alcuni esempi di autori che hanno utilizzato il mare come sfondo per le loro opere,o addirittura come protagonista. Uomo-mare,questo binomio indissolubile. Uomo e mare sono strettamente legati. A volte il mare rispecchia il nostro animo,o è lo sfondo ideale delle nostre avventure.

Baudelaire, poeta e scrittore parigino nato nel 1821,inserisce nella sua raccolta "Les Fleurs du Mal ",la poesia numero XIV intitolata "L'homme et la mer",l'uomo e il mare. Quattro strofe di puro sentimento,di pura poesia. 
Già il primo verso, "A te,uomo libero,sempre sarà caro il mare" sintetizza il sentimento che lega l'uomo al mare. Nell'infinità del mare,l'uomo contempla la sua anima. Uno specchio, "miror" (v.2). Il mare è lo specchio dell'anima. Lo specchio non fa altro che riflettere la nostra immagine,come ben sappiamo,ed infatti,contemplando il mare,contempliamo noi stessi: ci tuffiamo nella nostra stessa immagine.
Nella prima strofa abbiamo quindi una presentazione del rapporto tra uomo-mare: guardare il mare è come guardare se stessi. Nella seconda strofa,il rapporto si evolve e notiamo la costante presenza del TU,come se si fosse giunti ad un rapporto più confidenziale rispetto alla prima strofa. Come a voler sottolineare il rapporto ancora più intimo,rispetto ai primi versi, tra uomo e mare:

"A te piace tuffarti nella tua stessa immagine;
l'abbracci con gli occhi e con le braccia e 
a volte,ascoltando il suo pianto irrefrenabile e selvaggio,
il tuo cuore dimentica il proprio tumulto."
(vv.5-8)
Ma è la terza quartina,la più interessante. Uomo e mare vengono messi sullo stesso piano gnoseologico : entrambi,uomo e mare,sono oscuri e discreti. Mai nessuno conoscerà l'anima più profonda dell'uomo,come mai nessuno conoscerà gli abissi del mare  e le sue intime ricchezze che, gelosamente,nasconde. Scrive il poeta:
"Gelosi custodi dei vostri segreti come siete!" 

Nelle prime due quartine,troviamo la somiglianza tra uomo e mare;nella terza,vengono messi sullo stesso piano,e nella quarta invece compare il sentimento dell'antagonismo,con chiari riferimenti alla guerra,al rimorso,alla pietà. 
Uomo e mare che si fanno la guerra,nonostante le somiglianze.Ma la poesia si conclude con un'esclamazione:

"a voi eternamente in lotta,implacabili fratelli!"

L'ultima quartina può sembrare ambigua. Per ben 12 versi uomo e mare sono stati la medesima anima,e invece nell'ultima strofa un cambiamento. Può sembrare assurdo,e risultare incomprensibile ma bisogna anche analizzare la poesia complessivamente: si nota,infatti,che la poesia si nutre di un'ambiguità dialettica. Ambiguità che si ricollega al rapporto di amore e odio tra l'uomo e il mare, e quindi tra uomo e natura e ,ancora,al rapporto conflittuale tra poeta e pubblico,elemento costantemente presente nelle opere dello scritto parigino. 
Personalmente,oltre a considerare questa poesia una delle più belle in assoluto di Baudelaire,ritengo che sia l'esatta spiegazione del rapporto tra uomo e mare. Il mare non è altro che la nostra anima,infinita,segreta,piena di tormenti che ,in fondo,non sono altro che le onde che,con violenza,si scagliano contro le rocce. Il mare,questo enorme bacino d'acqua,così profondo,così infinito,così ricco di correnti. Secondo la mia personalissima interpretazione,il mare,come la nostra anima,ha un lato oscuro: il lato della tempesta,della natura violenta che si scaglia contro chiunque. Il lato oscuro della natura,tanto bella quanto pericolosa. Però,anche noi in fondo abbiamo un lato oscuro no? 

(Tratto da n*3 di Eclettica clicca qui per leggere Eclettica ) 

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