venerdì 18 aprile 2014

Letteratura ispanoamericana #2

Buon giorno a tutti appassionati di letteratura! 

Eccoci con il secondo appuntamento di questa rubrica.

LETTERATURA ISPANOAMERICANA

Una grande passione scoperta un paio di anni fa, la letteratura ispano-americana mi ha affascinata sin da subito. Borges, Marquez, Neruda, Carpentier sono solo alcuni degli autori che rappresentano la letteratura del nuovo mondo. 
In questo rubrica a cadenza causale vi parlerò della letteratura in generale o approfondirò per voi un'opera più o meno famosa di un autore.  

Ieri sera ho avuto una bruttissima notizia...Uno dei miei autori preferiti, Gabriel García Márquez, purtroppo ci ha lasciati. 

L'ho conosciuto dopo aver letto una sua raccolta di racconti per un esame di spagnolo, Dodici racconti raminghi, e mi ha talmente tanto impressionata con il suo stile e le sue storie che ho deciso di cambiare l'esame di letteratura spagnola con quello di letteratura ispanoamericana. Da lì è nato poi il mio amore per quella letteratura del Sud America, di cui non avevo mai letto nulla, e per quest'autore.
Ho letto poi altre sue opere, tra cui Cent'anni di solitudine e Dell'amore e di altri demoni
Il premio nobel alla letteratura ci ha lasciati all'età di 87 anni e, proprio per questo, ho deciso di dedicargli un post. Non vi annoierò scrivendovi tutta la sua vita o la sua bibliografia, a quello ci pensa Wikipedia. Sarà un post in cui parlerò di alcuni suoi romanzi accompagnati dall'incipit e da alcune citazioni.


Vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1982, Gabriel García Márquez nasce il 6 marzo 1927. 

Il suo primo romanzo risale al 1955, Foglie morte. Qui iniziamo a conoscere Macondo, luogo immaginario, ma ben delineato dall'autore, in cui avranno luogo le vicende di un altro romanzo di García Márquez, Cent'anni di solitudine.

INCIPIT
D'improvviso, come se un turbine avesse piantato le radici nel centro del villaggio, arrivò la compagnia bananiera incalzata dalle foglie morte. Era un frascame ravvolto, riottoso, formato dalle mondezze umane e materiali degli altri villaggi; stoppie di una guerra civile che sembrava sempre più remota e irreale. Il frascame era implacabile. Tutto contaminava col suo ravvolto odore accalcato, odore di secrezione a fior di pelle e di recondita morte. In meno di un anno riverso sul villaggio le macerie di numerose catastrofi anteriori a se stesso, seminò per le strade il suo composito carico di mondezza. E quella mondezza, precipitosamente, al ritmo attonito e imprevisto della bufera, andava selezionandosi, individualizzandosi, fino a trasformare ciò che era stato un vicolo con un fiume a un'estremità e un recinto per i morti all'altra, in un villaggio diverso e complesso, fatto con la mondezza degli altri villaggi.
CITAZIONI
“…legata alla vita dalle minuscole radici del quotidiano.”

“Ma si mantenne ferma, soddisfatta di espiare il fallo di essere stata felice e di aver cessato di esserlo per sua spontanea volontà.”

 
Nel 2004, invece, pubblica il suo ultimo romanzo, Memorie delle mie puttane tristi, in cui un uomo di novant'anni riscopre l'amore.
 
INCIPIT
L'anno dei miei novant'anni decisi di regalarmi una notte d'amore folle con un'adolescente vergine. Mi ricordai di Rosa Cabarcas, la proprietaria di una casa clandestina che era solita avvertire i suoi buoni clienti quando aveva una novità disponibile. Non avevo mai ceduto a questa né ad altre delle sue molte tentazioni oscene, ma lei non credeva nella purezza dei miei principi. Anche la morale è una questione di tempo, diceva, con un sorriso maligno, te ne accorgerai.

CITAZIONI 
"Ho sempre sostenuto che la gelosia ne sa più della verità" 

"[...] e sostenni il suo sguardo con un coraggio di cui non mi ero mai creduto capace."
"C'era una stella sola e limpida nel cielo color di rose, un battello lanciò un addio sconsolato, e sentii in gola il nodo gordiano di tutti gli amori che avrebbero potuto essere e non erano stati."


L'opera che lo ha portato al successo è Cent'anni di solitudine, che è considerata anche una delle opere più importanti del realismo magico. È un romanzo che narra le vicende della famiglia Buendía e che abbraccia ben 100 anni e 6 generazioni di questa famiglia. La caratteristica principale è che la narrazione vede alternarsi prolessi e analessi. 
In molti hanno lasciato a metà questo romanzo o non hanno proprio il coraggio di iniziarlo, data la vastità di nomi e eventi, ma fidatevi, lasciatevi trasportare dalle parole di García Márquez e non ve ne pentirete... vi affezionerete subito ad ogni membro della famiglia e voi stessi vi sentirete parte di questa famiglia. 

INCIPIT 
Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito. Tutti gli anni, verso il mese di marzo, una famiglia di zingari cenciosi piantava la tenda vicino al villaggio, e con grande frastuono di zufoli e tamburi faceva conoscere le nuove invenzioni.

CITAZIONI
"Non immaginava che era più facile cominciare una guerra che finirla."

"Il colonnello Aureliano Buendía comprese a malapena che il segreto di una buona vecchiaia non è altro che un patto onesto con la solitudine."

"Era convinta che le porte erano state inventate per chiuderle, e che la curiosità per quello che succedeva nella strada era cosa da donnacce."

"Non gli era mai venuto in mente fino allora di pensare alla letteratura come al miglior giocattolo che si fosse inventato per burlarsi della gente."


Un'altra sua opera importante è, senza ombra di dubbio, Dell'amore e di altri demoni. Una storia d'amore impossibile e struggente, che vi lascerà una tristezza infinita e vi commuoverà.   
QUI trovate il link della mia recensione e QUI trovate un'analisi sul tema amoroso e un confronto con il Simposio di Platone.

INCIPIT
Un cane cenerognolo con una stella sulla fronte irruppe nei budelli del mercato la prima domenica di dicembre, travolse rivendite di fritture, scompigliò bancarelle di indios e chioschi della lotteria, e passando morse quattro persone che si trovavano sul suo percorso. Tre erano schiavi negri. L'altra fu Sierva Marìa de Todos los Angeles, figlia unica del marchese di Casalduero, che si era recata con una domestica mulatta a comprare una filza di sonagli per la festa dei suoi dodici anni. 
Avevano istruzioni di non spingersi oltre il Porticato dei Mercanti, ma la domestica si avventurò fino al ponte levatoio del sobborgo di Getsemaní, attratta dallo schiamazzo del porto negriero, dove stavano mettendo all'asta un carico di schiavi della Guinea. 

CITAZIONI
"...E messo dinanzi all'argomento della pazzia rispose col suo: «Nessun pazzo è pazzo se ci si adatta alle sue ragioni.»"

"Lei gli domandò in quei giorni se era vero, come dicevano le canzoni, 
che l'amore poteva tutto. 
«È vero» le rispose lui, «ma farai bene a non crederci.»"
"«Nel frattempo» disse Abrenuncio, «suonatele musica, riempite la casa di fiori, fate cantare gli uccelli, portatela a vedere i tramonti sul mare, datele tutto quanto può farla felice.» Si congedò con uno svolazzo del cappello per aria e la sentenza latina di rigore. Ma questa volta la tradusse in onore de marchese: «Non c'è medicina che guarisca quello che non guarisce la felicità.»"

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